L’impiego di due bisfosfonati come terapia adiuvante andrebbe preso in considerazione per tutte le donne postmenopausali con tumori mammari in fase precoce che vengono considerate candidate alla terapia adiuvante stessa, come emerge dalle nuove linee guida congiunte CCO/ASCO.
Questa raccomandazione si basa su una revisione della letteratura secondo cui gli agenti osteomodificanti noti come acido zoledronico e clodronato riducono le recidive ossee e migliorano la sopravvivenza nelle pazienti postmenopausali con tumori mammari non metastatici, come affermato dal prof. Sukhbinder Dhesy-Thind della McMaster University di Hamilton, membro del comitato per le linee guida.
Queste osservazioni sono state effettuate sia su pazienti che sono andate incontro ad una menopausa naturale che su quelle la cui menopausa è stata indotta dalla soppressione o ablazione ovarica. La maggior parte delle pazienti inoltre riceveva anche chemioterapia adiuvante sistemica. Alcuni esperti però hanno fatto notare che la confidenza nei dati disponibili viene minata dalla scarsa verifica delle ipotesi e dalla mancanza di un meccanismo comprovato che spieghi gli effetti differenziali sulla base dello status menopausale.
Sono necessari dati per identificare le donne con maggiori probabilità di trarre beneficio da un agente osteomodificante, come anche dati per guidare la scelta del farmaco, gli intervalli di somministrazione, le dosi e la durata della terapia. Viene riconosciuto che in molti sistemi sanitari gli agenti osteomodificanti come i bisfosfonati potrebbero essere attualmente disponibili, approvati e finanziati soltanto in dosaggi e protocolli specifici e solo per le indicazioni di miglioramento della massa ossea e trattamento delle metastasi ossee. L’applicazione delle linee guida deve quindi essere considerata in un contesto locale, compatibilmente con le disposizioni nazionali. (J Clin Oncol online 2017, pubblicato il 6/3)